Maestro Motokage Kawamukai VI dan Aikido

MAESTRO MOTOKAGE KAWAMUKAI - BIOGRAFIA

Del Maestro Motokage Kawamukai si sa molto poco, ma come Asai riconosciamo in lui le origini del nostro percorso e quindi abbiamo fatto un po' di ricerca sulla vita del giovane alievo di O'Sensei.

Chi ha avuto la possibilità di conoscere il Maestro Kawamukai sa che non ama i riflettori, ma se si indaga un po' più a fondo, si scopre che a suo modo ha fatto molto per lo sviluppo dell'Aikido nel mondo, soprattutto in Italia. Maurizio Chiarolini nel suo libro lo descrive in questo modo:

"Kawamukai è il migliore interprete della mia idea di Sensei, pur avendolo visto una quindicina di volte in tutto e pur avendo incontrato molte persone degne e tecnicamente capaci nella pratica marziale: probabilmente i trent’anni di permanenza in Italia e una sensibilità non comune gli hanno consentito una sintesi raffinata tra la sua cultura e la nostra. È comunque feeling e capacità sua in materassina di suggerire, come se si fosse al ristorante, il senso di quello che si pratica."

Nato a Kobe nel 1944 Kawamukai cominciò a praticare come Judoka a 10 anni e fu proprio durante una manifestazione di Judo che ebbe la possibilità di assistere ad una dimostrazione di O'Sensei:

"Ueshiba era già in età avanzata, forse aveva, chissà, una settantina di anni, e rimasi affascinato dalla morbidezza dei suoi movimenti e dall'efficacia delle sue tecniche. Vederlo in azione era qualcosa di spettacolare. Il giorno dopo mi diedi da fare subito per cercare una palestra di aikido a Kobe: la trovai e abbandonai definitivamente il judo."

Il suo primo maestro di Aikido fu Yokota Sensei che Kawamukai descrive come una persona molto umile, di grande cultura e umanità. Nel 1955 cominciò a praticare ad Osaka con il Maestro Hirokazu Kobayashi, dove O'Sensei veniva spesso a far lezione. Iniziò a frequentare l’Honbu Dojo di Tokyo nel... e ricorda che era l’allievo più giovane. I suoi sempai erano Tamura, Tada, Yamada e Chiba.

La visione del M° Kawamukai delle lezioni di O'Sensei all'Hombu Dojo ha una prospettiva più umana e divertente, rispetto al misticismo che aleggia attorno alla figura di Ueshiba.  Ad esempio pochi sanno che scelto un partner ad inizio lezione si teneva per la gran parte di questa. Kawamukai era spesso vittima di Chiba Sensei, che gli incuteva particolarmente timore:

"Ricordo che prima di salire sul tatami, guardavo chi c’era e scappavo via se era presente Chiba. Ricordo ancora un nikkyo ricevuto da Chiba che non mi permise di estendere il pollice per anni…"

Kawamukai a quei tempi era veramente giovane ed ebbe la possibilità di parlare parecchie volte con il Fondatore. I loro discorsi erano improntati spesso su delle curiosità semplici di Ueshiba, del tipo “da dove vieni” e “se conosci questa o quell'altra persona”. O'Sensei parlava particolarmente poco e gli occhi di Kawamukai appariva come "un vecchietto un po' fuori di testa". Di O’Sensei ricorda però la potenza e la perfezione tecnica in ogni momento dell’esecuzione:

“Se si potesse filmare una tecnica di O-sensei e suddividerla in fotogrammi, ognuna di queste immagini sarebbe perfetta!”

Successivamente si trasferì in America per studi universitari, dove continuò a praticare l'Aikido con insegnanti locali. Durante la sua esperienza negli States ebbe modo di fondare diverse associazioni tra cui l'Aikikai dell’Illinois a Chicago e nel 1963 l'Aikikai di New-York:

“Mi presentarono un sacco di carte ed io firmai senza neanche sapere cosa c’era scritto!”

L’associazione di New York esisteva già da un anno prima che Yamada Sensei arrivò in America nel 1964. Contrariamente a quello che si pensa fu proprio Kawamukai a cedergli il posto prima di trasferirsi a Roma.

Nel Febbraio del 1964 venne in Italia per lavoro, dove fu supportato dalla scultrice Haru Onoda, buona amica di O'Sensei e in stretto contatto con L'Hombu Dojo. Qui sotto viene riportato un'intervista a Kawamukai dal sito Juki.it :

"Forse non tutti sanno che l'aikido in Italia è stato introdotto attraverso la signora Onoda, una scultrice giapponese che allora risiedeva in Italia da circa nove anni e conosceva molto bene O' Sensei. Una volta il fondatore venne invitato a Honolulu dal M° Tohei; in quell'occasione, era il 1961, venne accompagnato dal maestro Tamura e doveva incontrare la signora Onoda. O' Sensei credeva che potesse incontrare la sua amica scultrice appena uscito dal Giappone senza rendersi conto che Honolulu é molto più distante. Questo però vuol anche significare che questa scultrice era molto vicina a O'Sensei, e fu lei con una serie di contatti e conoscenze a far sbarcare l'aikido in Italia."

Altri due maestri di judo supportarono il "giovane giapponese", il pioniere italiano del judo, Tommaso Betti Berutto e Danilo Chierchini, che fu poi a lungo direttore della Scuola Centrale dell’Aikikai e Presidente dell’Aikikai stesso. Kawamukai cominciò così ad insegnare aikido presso la S.S. Monopoli Judo. Qui sotto riportate le parole di Chiechini riprese dal sito Aikikai Italia:

"Il telefono squillò a lungo nella notte e mi alzai per andare a rispondere trascinando le pantofole sul pavimento: era il Maestro Betti che mi disse a bruciapelo: “Qui da me c’è un giovane giapponese appena arrivato da New York, vorrebbe fare Aikido e cerca una palestra, t’interessa? a proposito, parla bene l’inglese.” Così, alla maniera di certi romanzi gialli iniziò la vicenda dell’Aikido in Italia ai primi del 1964; all’epoca mi occupavo di Judo ed ero responsabile di una palestra aziendale nel cuore del vecchio Trastevere; la S.S. Monopoli Judo, da me fondata e diretta con alterna fortuna fin dal 1955. [..]
Il 8 febbraio 1964 il Sig. Kawamukai, così si chiamava “ il giovane giapponese” impartì la prima lezione di Aikido a quattro persone; a me, a mia moglie e ad un’altra coppia, formata da un mio collega d’ufficio con relativa consorte. ... Nell’estate facemmo venire dalla Francia il Maestro Nakazono VI dan il quale, ahimé, anziché portare nuovi lumi alle nostre conoscenze, aumentò la nostra confusione tenendo una dotta conferenza in nippo-francese sul Ki in quanto espressione dell’energia presente nell’universo. ..."

Kobayashi Sensei aveva invece una delega dall'Hombu Dojo per lo sviluppo dell’Aikido in Europa. Fu così che nell'estate del 1964 ci fu un incontro casuale con Kawamukai a Roma:

"Fu in questi frangenti che riapparve il Maestro Betti, questa volta accompagnato dal Maestro Kobayashi arrivato fresco fresco dal Giappone per rendersi conto dello sviluppo dell’Aikido in Europa: come prima tappa in Roma deve avere avuto, di tale sviluppo, un ricordo indimenticabile: tra mucchi di detriti dovuti ai lavori di restauro, infissi rotti e polvere ovunque, fece un solenne ingresso nel locale dove si aggiravano quattro o cinque persone più che altro attente a non fare cadute sui tatami per evitare le nuvole di polvere che ogni volta si sollevavano dagli stessi. Comunque, imperturbabile, il Maestro fece la sua lezione, con foto ricordo finale e la visita romana si concluse in una pizzeria di Trastevere."

Kawamukai conosceva molto bene Kobayashi e furono loro a scrivere al Doshu proponendo di mandare in Italia il Maestro Hiroshi Tada. Il maestro Tada atterrò a Fiumicino il 26 Ottobre dello stesso anno, per poi cominciare ad insegnare il giorno dopo presso la S.S. Monopoli Jud.

"Alla fine dal cervello vulcanico del Maestro Kawamukai (aveva allora diciotto anni!) sortì la grande idea: occorreva fare venire dal Giappone un grande Maestro la cui personalità ed esperienza avrebbero finalmente dato il via all’espansione dell’Aikido in Italia: tale maestro si chiamava Hiroshi Tada: la sua bravura veniva sintetizzata da Kawamukai con la frase: “ he’s terrible!”.

Probabilmente la vera frase pronunciata da Kawamukai fu "He's terrific!"

Nel 1968 Kawamukai e Tada costitutuirono assieme l'Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese - Aikikai d'Italia. Kawamukai ricorda che l'associazione fu creata anche grazie al contributo di un giovane avvocato, allievo del Maestro Tada, che poi presentò una parcella particolarmente salata. Sebbene l'associazione fu creata 4 anni dopo l'arrivo di Kawamukai e Tada, nel 2004 si festeggiarono i 40 anni dalla nascita di Aikikai Italia.

Kawamukai si trasferì a Milano nel 1966 e iniziò ad insegnare in una palestra chiamata Asaki Judo Club e uno dei suoi primi allievi fu il maestro Guglielmo Masetti.
In quel periodo si marcano le divergenze con il maestro Tada sulla gestione politica dell’Aikikai, in quanto secondo Kawamukai, la gestione sarebbe dovuta rimanere in mano agli Italiani, proponendo una similitudine con quello che stava facendo il Maestro Nobuyoshi Tamura in Francia.

"Io collaborai con il Maestro Tada fino alla fine degli anni '70, periodo nel quale ebbi delle divergenze d'opinione e decisi di lasciare l'Aikikai. Inizialmente invitai personalmente il M° Fujimoto e sostenni a mie spese la diffusione dell'aikido.
Egli era allora inviato dal M° Tohei, mio supervisore in Giappone. Erano gli anni in cui il M° Tohei stava ancora con il M° Ueshiba, in quanto tutte le suddivisioni arrivarono in un secondo momento. Oggi il M° Fujimoto rappresenta l'Aikikai nell'Italia settentrionale. L'Aikikai con il M° Fujimoto ha una buona radice nel nord ed è ottimo il lavoro che egli sta svolgendo."

Gli impegni professionali di Kawamukai e della sua ditta Kolef, che aveva un contratto esclusivo con Baus h& Lomb (Ray Ban), lo spinsero a chiedere a Tohei, di mandargli una persona che potesse lavorare a metà giornata nella ditta, lasciandogli metà giornata liberà per insegnare Aikido. Nel 1970 si trasferì a Milano un giovane praticante Yoji Fujimoto allora terzo dan, ma le cose non andarono come Kawamukai aveva sperato. Qui sotto riportate le parole di Fujimoto prese dal sito Aikikai Italia:

"Inizialmente non c’è stato un preciso motivo [per venire in Italia], piuttosto si è trattato di un intreccio di combinazioni tant’è che io desideravo andare negli Stati Uniti, dove il Maestro Tohei aveva una serie di conoscenze. A quel tempo c’era il Maestro Tada a Roma e ad occuparsi di Milano c’era un altro Maestro giapponese, di nome Kawamukai, che insegnava aikido in una palestra di Judo, l’Asahi mi pare; il Maestro Kawamukai svolgeva però anche una attività commerciale ed il suo padrone, un americano di origine giapponese, era amico del Maestro Tohei, così quando, con l’approvazione del Maestro Tada, Kawamukai richiese un insegnante che potesse affiancarlo mi fu offerto di venire in Italia ed io, che ero allora terzo Dan, venni a Milano."

Nel 1973 Tada tornò in Giappone e arrivò il Maestro Hosokawa (che diresse dal 1974 al 1984 il Dojo Centrale prima di aprire il suo Dojo in Sardegna). In questo periodo avvenne probabilmente il bivio che indusse il maestro a scegliere il lato professionale, mentre Fujimoto quello della pratica.

Nel 1975 Kawamukai fondò la Soleko, compagnia di Lenti a Contatto basata a Roma, che confermò la la sua capacità imprenditoriale, lasciando sempre meno spazio all’Aikido.

"Per quanto riguarda l'Aikido sono un insegnante fuori dagli schemi in quanto non pratico professionalmente, nel senso che l'aikido non è la mia fonte principale di guadagno, però se qualcuno mi chiede di insegnargli una Via che conosco, io mi sento obbligato ad insegnare i principi dell'aikido."

Nel 1983 Kawamkai e Masetti formarono la LIA (Lega Italiana Aikido) riconosciuta dal CONI e indipendente dall'Aikikai, dove Kawamukai ne era il direttore tecnico. Questa scelta fu supportata da Tamura Sensei e dalla European Aikido Federation creatasi in Francia per simili scelte nel 1980. LIA tenne uno stretto contatto per diversi anni con Tamura Sensei che e fu invitato in Italia per la prima volta. L'associazione nel 1989 cominciò a pubblicare una rivista quadrimestrale chiamata AIKO, ora il nome di un'associazione Italiana di Aikido.

Da allora il maestro Kawamukai pratica l'Aikido e la descrive come una passione. Tra i suoi impegni di lavoro è spesso invitato a tener stage in tutta Italia. Nonostante non pratichi da molti anni in maniera costante, le sue movenze sul tatami sono ancora oggi ammirevoli.

Noi praticanti di Aikido abbiamo ancora la speranza che al Maestro gli si ripresenti un altro bivio e che questa volta abbia la volontà di scegliere la via del Do, ma come ha risposto a qualcuno che invocava il suo aiuto nella pratica...

"Voi Europei siete malati, l'Aikido non è una medicina e io non sono la vostra cura."